Mores, per i latini, sono i costumi, i modi di fare e la moralis consideratio – il discernimento morale – è lo studio degli stili di vita dal punto di vista del bene e del male, del loro far bene o far male alle persone che li adottano e alla rete delle relazioni sociali.

Nella vita ciascuno acquisisce via via stili costruttivi e generativi, che gli antichi chiamavano “virtù”, ma anche stili nocivi per sé e per altri, abitudini corrosive – i “vizi” degli antichi – che lasciano mortificati e delusi ogni volta che si riattivano. Sorge così il più delle volte il desiderio di cambiare, di migliorarsi: di crescere nelle virtù e di abbandonare le cattive abitudini. Ma come fare?

Fin dall’antichità educatori e pensatori hanno cercato di comprendere le dinamiche del cambiamento umano e hanno osservato unanimemente che le abitudini nascono dalla ripetizione dei gesti, i gesti nascono dalle decisioni, e le decisioni sono il frutto di piccoli (o talvolta grandi) conflitti interiori, ovvero momenti o periodi di indecisione in cui dentro di noi avvertiamo la competizione tra possibilità diverse da poter percorrere concretamente.

Nel tempo del conflitto interiore in ciascuno si anima una sorta di parlamento, un alternarsi di voci e di sensazioni che spingono ora in una direzione, ora in un’altra, finché non decidiamo a quale dare retta, quale trasformare in una azione che inciderà nella vita e nella storia.

Imparare a seguire con maggiore perspicacia i propri “lavori parlamentari”, evidenziare i nodi più importanti da sciogliere, distinguere le diverse “voci” e metterle alla prova del bene e del male, prima di scegliere quale assecondare fino all’azione, è l’antica arte umana della “lotta interiore”. Approfondire quest’arte non significa guadagnare una tecnica per risolvere problemi, come se si trattasse di perfezionare un algoritmo: significa farsi più sensibili alla vita e poter davvero imparare dall’esperienza, che insegna molto, ma solo se trova un modo per essere rimeditata e messa in relazione a punti di riferimento morali non soggettivi, ma validati dalla vita buona delle persone che, nel corso della storia dell’umanità, hanno costruito il meglio della cultura e della civiltà.

Cosa propongono gli Esercizi Morali

Gli Esercizi Morali (MorEs) propongono alcuni percorsi guidati, composti da esercizi individuali, immaginati come un modo pratico ed esperienziale per fare proprio questo particolare patrimonio di saggezza conservato e tramandato da pensatori e formatori di diverse epoche dell’area mediterranea e europea. La filosofia morale – in particolare la grande sintesi di Tommaso d’Aquino – fa da struttura per il percorso e fornisce le mappe concettuali per comprendere le dinamiche del conflitto interiore e scoprire (o riscoprire) le caratteristiche del bene e del male. I diversi esercizi, tenendo conto di queste coordinate, contribuiscono a stimolare l’attenzione interiore, a inquadrare il conflitto dell’indecisione con maggiore precisione, ad affrontare le decisioni guardando con responsabilità alle loro implicazioni e a riconoscere nei gesti e negli stili adottati i frutti buoni, distinguendoli da quelli cattivi.

Tutti gli Esercizi sono introdotti da Schede di lavoro, coordinate in progressioni che accompagnano gradualmente nell’esplorazione dei diversi temi, consentendo di unire sistematicamente la pratica (l’esercizio vero e proprio) e la ricomprensione del significato del lavoro svolto e del suo specifico frutto.